Pappe by La pulizia etnica della Palestina

Pappe by La pulizia etnica della Palestina

autore:La pulizia etnica della Palestina
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2012-11-21T17:49:21+00:00


Tutto questo faceva parte della scia di sangue lasciata dietro di sé dall'Alexandroni lungo la costa palestinese. Altri massacri furono in seguito compiuti da altre brigate, il peggiore nell'autunno del 1948 quando in alcuni luoghi i palestinesi riuscirono infine a opporre una certa resistenza alla pulizia etnica, ma come risposta le forze occupanti ebraiche compirono atrocità sempre peggiori.

Nel frattempo la brigata Golani seguì le orme dell'Alexandroni.

Attaccava le sacche che erano sfuggite alle altre brigate o le enclave che per qualche motivo non erano ancora state occupate. Una di queste fu il villaggio di Umm al-Zinat, risparmiato nelle operazioni di pulizia compiute a febbraio nel distretto di Haifa. Un'altra fu Lajjun vicino alle rovine dell'antica Meggido. Controllare la zona tra Lajjun e Umm al-Zinat significava che l'intero fianco occidentale di Marj Ibn Amir e il Wadi Milk, il canyon che http://cultura-non-a-pagamento.blogspot.it/

conduceva dalla via costiera alla vallata, si trovavano ora in mani ebraiche.

Entro la fine di maggio del 1948, alcune enclave palestinesi si rivelarono più resistenti all'occupazione, pur trovandosi all'interno dello Stato ebraico, e ci sarebbero voluti altri mesi per completare l'operazione. Ad esempio, i tentativi di estendere il controllo nelle zone remote dell'alta Galilea non ebbero successo quel mese, soprattutto

perché

volontari

locali

e

libanesi

difesero

coraggiosamente villaggi come Sa'sa, principale bersaglio delle forze ebraiche.

L'ordine ricevuto dalla brigata Golani relativamente al secondo attacco su Sa'sa diceva: «L'occupazione non mira a instaurare una situazione permanente bensì alla distruzione del villaggio, a mettere le mine tra le macerie e nei nodi stradali». Tuttavia Sa'sa fu risparmiata ancora per qualche mese. Il piano si era rivelato troppo ambizioso persino per l'efficiente e zelante brigata Golani. Verso la fine di maggio, arrivò il seguente comunicato: «Se scarseggiano i soldati, siete autorizzati a limitare (temporaneamente) le operazioni di pulizia, occupazione e distruzione dei villaggi nemici nel vostro distretto»18.

Ora le brigate ricevevano ordini più espliciti delle vaghe istruzioni orali che circolavano in precedenza. Il destino di un villaggio veniva deciso quando l'ordine indicava le-taher, cioè

'pulire', lasciando le case intatte ma espellendo le persone, oppure le-hashmid, 'distruggere', cioè far saltare in aria le case dopo aver cacciato fuori gli abitanti e mettere mine tra le macerie in modo da impedirne il ritorno. Non c'erano ordini diretti di massacri, ma, se compiuti, non furono mai veramente e pienamente condannati.

A volte la decisione di «ripulire» oppure «distruggere» veniva lasciata ai comandanti locali: «Per quanto riguarda i villaggi nel vostro distretto, dovete o ripulire o distruggere, decidete voi a seconda delle consultazioni con i consiglieri arabi e con gli ufficiali dello Shai [servizi segreti militari]»19.

Mentre le due brigate Alexandroni e Golani si attenevano scrupolosamente ai metodi descritti nel Piano Dalet per la zona costiera, un'altra brigata, la Carmeli, fu inviata nelle zone a nord di http://cultura-non-a-pagamento.blogspot.it/

Haifa e della Galilea occidentale. Come per le altre brigate, sia allora che dopo, anche alla Carmeli fu dato l'ordine di prendere la zona di Wadi Ara, vallata in cui si trovavano quindici villaggi e che collegava la costa, vicino a Hadera, con l'angolo orientale di Marj Ibn Arnir, vicino ad Afula. La



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